Telemedicina e Sanità digitale: disponibili 15,6 miliardi del PNRR.

Telemedicina e sanità digitale sono i punti cardine del rilancio del Sistema Sanitario Nazionale attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A disposizione ci sono 15,6 i miliardi per la missione “Salute” di cui 8,6 miliardi per innovazione e digitalizzazione e 7 miliardi per reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza territoriale. Ma come considerano la telemedicina i pazienti, i familiari o i caregiver familiari? Questa domanda è stata al centro di uno studio di ISTUD sulla Telemedicina.

Cos’è ISTUD

ISTUD è Ente di Ricerca Privato che realizza attività di ricerca applicata, percorsi di formazione  ed interventi di consulenza organizzativa e relazionale in ambito sanitario.
Nata nel 2002, oggi è un riferimento internazionale per lo sviluppo e la diffusione delle Medical Humanities, la medicina narrativa, l’umanizzazione delle cure, la personalizzazione delle terapie e l’evoluzione  delle organizzazioni sanitarie.

Lo studio sulla Telemedicina

Da luglio 2021 a marzo 2022, ISTUD ha raccolto 110 testimonianze tra : pazienti, caregivers, professionisti sanitari, aziende del Life Science, ricercatori e decisori della politica sanitaria.

Gli aspetti positivi

Dalle analisi delle narrazioni sono emersi numerosi aspetti positivi nell’utilizzo della tecnologia a sostegno della medicina. Molti hanno sottolineato ad esempio la capacità di trasmettere empatia anche attraverso lo strumento a distanza, focalizzandosi solo sul viso della persona malata. L’empatia è un elemento molto presente nella sanità digitale, l’umanizzazione rimane e i pazienti si sentono ascoltati e compresi anche a distanza.

Gli aspetti negativi

Tra gli aspetti problematici messi in evidenza nello studio di ISTUD c’è l’impossibilità dell’utilizzo della telemedicina per le prime visite o per le urgenze; quindi, nei casi in cui vi è la necessità di un vero e proprio contatto fisico. Mentre lo strumento della telemedicina risulta più utile tra una visita e l’altra; utile, dunque, al sostegno e supporto di una malattia cronica che ha bisogno di continui controlli.

Il punto di vista dei caregiver

Meno soddisfatti della telemedicina sono i caregiver, perché aumenta il carico di quanto già devono gestire: spazi adeguati in casa, buona connessione utilizzo del computer o altri dispositivi durante i collegamenti.

Come migliorare la telemedicina

Per sfruttare al meglio tutte le potenzialità della telemedicina occorre imparare a usarla. Questo vale sia per il personale sanitario che per pazienti e caregiver. L’insegnamento della telemedicina ai professionisti sanitari deve essere attivo ed esperienziale e non veicolato solo attraverso linee guida. La formazione dei medici diventa così un’opportunità terapeutica che integra la valutazione clinica effettuata in presenza.

Serve inoltre investire nelle infrastrutture dotando tutto il territorio nazionale di connessioni più veloci. La tecnologia deve essere semplice, il linguaggio utilizzato deve comunicare trasparenza, chiarezza ed univocità.