giovedì, Dicembre 7, 2023
ANMIC - INFORMA

PENSIONI DI INVALIDITÀ. L’ANMIC DICE NO ALLE DISCRIMINAZIONI TRA LE PERSONE CON DISABILITÀ.

Il presidente nazionale Nazaro Pagano: “L’associazione combatte per tutti i disabili, senza distinzioni. La base critichi pure, ma sappia che la nostra battaglia è senza esclusione di colpi e senza lasciare indietro nessuno. Piuttosto, la politica, anziché intestarsi iniziative sollecitate dalla Corte Costituzionale, si muova e approvi i provvedimenti per aumentare le indennità agli invalidi”

FONDAMENTALE L’INNALZAMENTO DEL TETTO REDDITUALE

L’ANMIC non lascerà nulla di intentato riguardo all’aumento delle pensioni di invalidità. All’indomani della sentenza della Corte Costituzionale, che ha ritenuto l’attuale somma erogata contraria ai principi di uguaglianza stabiliti dall’art. 38 della Costituzione, invitando il legislatore a equiparare l’indennità alla pensione sociale, pari a 516 euro, l’associazione puntualizza la posizione in merito. “Abbiamo raggiunto un risultato storico – afferma Nazaro Pagano, presidente nazionale – e, in attesa del dispositivo completo e delle determinazioni di Governo e Parlamento, il nostro lavoro continua. Sia chiaro: gli obiettivi sono da una parte alzare il limite reddituale da 6700 euro a 16.900 euro, in modo tale che entro questa fascia tutti possano percepire l’incremento, anche coloro i quali al momento dovrebbero continuare a incassare 285 euro al mese; dall’altra trovare una soluzione anche per quegli invalidi non totali che, con le loro percentuali riconosciute (ad esempio, dal 74% al 99%), attualmente non rientrano affatto nella platea considerata”.

PER I DISABILI IN GRADO DI LAVORARE LA PRIORITÀ È L’OCCUPAZIONE

L’ANMIC non lascerà nulla di intentato riguardo all’aumento delle pensioni di invalidità. All’indomani della sentenza della Corte Costituzionale, che ha ritenuto l’attuale somma erogata contraria ai principi di uguaglianza stabiliti dall’art. 38 della Costituzione, invitando il legislatore a equiparare l’indennità alla pensione sociale, pari a 516 euro, l’associazione puntualizza la posizione in merito.  “Abbiamo raggiunto un risultato storico – afferma Nazaro Pagano, presidente nazionale – e, in attesa del dispositivo completo e delle determinazioni di Governo e Parlamento, il nostro lavoro continua”.

Sia chiaro: gli obiettivi sono da una parte alzare il limite reddituale da 6700 euro a 16.900 euro, in modo tale che entro questa fascia tutti possano percepire l’incremento, anche coloro i quali al momento dovrebbero continuare a incassare 285 euro al mese; dall’altra trovare una soluzione anche per quegli invalidi non totali che, con le loro percentuali riconosciute (ad esempio, dal 74% al 99%), attualmente non rientrano affatto nella platea considerata

Si mira a una rivisitazione complessiva e definitiva delle indennità e invita leader e forze politiche ad agire anziché intestarsi meriti che non hanno. “Senza l’intervento della Consulta – spiega Pagano – forse non staremmo a parlare di innalzamento delle pensioni di invalidità. Dopo di che, ben venga una convergenza, ma non ci si può limitare al compitino dettato dai giudici. Si riveda tutto il sistema pensionistico, visto che anche gli invalidi non totali hanno necessità di avere una qualità di vita dignitosa che non può essere garantita da spiccioli erogati per giunta solo se si ha un reddito di nemmeno 5mila euro. È però evidente che la prima scelta per le persone con disabilità che hanno l’opportunità di trovare un’occupazione, soprattutto se giovani, sia l’inclusione lavorativa. Per gli altri, sin dalla maggiore età, stiamo invece chiedendo un adeguamento”.

NON ABBANDONIAMO NESSUNO, LO DIMOSTRANO ANNI DI LOTTA

L’ANMIC non ha abbandonato nessuno, figuriamoci gli iscritti e i simpatizzanti. Semmai è la politica che deve fare mea culpa.

Anziché vantarsi – rincara Pagano – di meriti che non ha, si trovi la soluzione definitiva per dare dignità e giustizia a tutti i disabili. Ricordo che giace in Parlamento da anni la proposta di legge 1539 dopo la raccolta di 400mila firme grazie a una straordinaria petizione popolare. Questi sono fatti che però non hanno mai avuto seguito da parte di chi deve poi tradurre i bisogni delle persone più fragili in atti.

“Quella proposta di legge non è stata mai nemmeno discussa, mentre ANMIC ha sempre tenuto alta l’attenzione. La nostra base, da cui accettiamo le critiche costruttive, deve stare tranquilla. L’obiettivo è prendere in carico le necessità e i bisogni di tutta la categoria, senza distinzioni, con la massima attenzione a tutte le esigenze: dalla pensione al lavoro, dalla scuola alle barriere architettoniche. Nessuno deve sentirsi escluso o abbandonato. Certo, l’ANMIC non ha potere esecutivo né legislativo. Ma farà sentire la propria voce in tutte le sedi. Al momento non ci sono state date risposte nemmeno su quale sarà strumento verrà utilizzato per dare seguito alla sentenza della Corte Costituzionale”.