Novità importanti per le pensioni di reversibilità – Sentenza 88/2022
La Corte costituzionale con la sentenza 88/2022 ha ampliato il diritto di ricevere la pensione di reversibilità, a certe condizioni, anche ad altri soggetti. Il diritto riguarda separati, divorziati, superstiti di unioni civili, figli, nipoti.
La pensione indiretta
Per conseguire la pensione indiretta, è necessario che l’assicurato abbia raggiunto specifici requisiti prima del decesso:
15 anni di anzianità assicurativa e contributiva;
oppure 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva dei quali almeno 3 anni nel quinquennio anteriore alla data del decesso.
Pensione di reversibilità anche a separati e divorziati
In generale può ottenere la pensione diretta (o indiretta, se il lavoratore non ha maturato il diritto ma è assicurato con almeno 15 anni di contributi) il coniuge che, se beneficiario unico, ne incasserà il 60 per cento. Diverso il caso del coniuge che concorre con altri familiari o supera certi limiti di reddito, in questo caso la quota andrà tagliata.
Nel caso dei separati la circolare Inps 19/2022 ha riconosciuto il trattamento anche in suo favore con addebito e senza diritto agli alimenti. La stessa legge 903/1965 infatti non esigeva quale requisito quello di essere a carico del titolare alla data della morte ma solo il matrimonio con il defunto. Già la Consulta nel 1987 indicava l’equiparazione tra i separati a vario titolo. Dato importante è che ora sarà possibile riesaminare le domande finora respinte se non passate in giudicato.
Cosa accade all’ex moglie o marito?
L’ex consorte in caso di morte di chi percepiva una pensione conserva il diritto alla reversibilità (se non si sia risposato).
Questo se il rapporto assicurativo del defunto precede la fine del matrimonio e se sia titolare di un assegno divorzile già sancito dal giudice con la pronuncia dello scioglimento del matrimonio.
Il caso della contemporanea presenza di coniuge ed ex coniuge
In questo caso particolare viene in soccorso il Tribunale di Roma con la sentenza 13174/2021 che chiarisce che se il pensionato lascia un coniuge superstite e un divorziato titolare di assegno, la reversibilità andrà tra loro ripartita.
Come viene diviso l’assegno di reversibilità per il principio solidaristico
Secondo il principio solidaristico occorre dividere l’assegno tra coniuge superstite e divorziato. Come? Occorre guardare in questo caso specifico alla durata dei rispettivi matrimoni e delle eventuali convivenze more uxorio. Occorre infine considerare l’importo dell’assegno mensile e la posizione economica delle parti. Se però il coniuge dovesse risposarsi in questo caso perderebbe i requisiti, per superamento delle soglie di età, venir meno dell’inabilità o fruizione di altra pensione.
Gli altri soggetti che percepiscono la pensione di reversibilità
A percepire la pensione di reversibilità sono anche i figli siano essi: legittimi, naturali, riconosciuti, dichiarati o adottivi. Occorre però che siano minori, inabili al lavoro, maggiorenni fino a 21 anni se studenti o iscritti a corsi professionali e 26 se universitari.
Stesso diritto spetta – in caso di mancanza di figli – ai nipoti, anche non conviventi con il defunto, e anche maggiorenni se orfani inabili al lavoro se a carico, nel senso di totale dipendenza come sostentamento continuativo.
Se mancano coniugi o figli, l’assegno spetterà ai genitori a carico over 65 privi di pensione e ai fratelli celibi e alle sorelle nubili a carico, inabili al lavoro e sprovvisti di pensione.
Il problema irrisolto dei conviventi di fatto
Per quanto riguarda i conviventi di fatto, non ci sono novità. A differenza di chi si è unito con unioni civili, i conviventi non hanno diritto alla reversibilità. Il loro diritto perso quindi non passa nemmeno ai superstiti di quelle coppie che stanno insieme da molto tempo se il decesso preceda l’entrata in vigore della legge 76/2016.
Come presentare la domanda per la pensione di reversibilità
La domanda per la pensione di reversibilità deve essere effettuata via web all’Inps con il servizio dedicato nel portale dell’istituto. L’interessato può, alternativamente, fare domanda servendosi del contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile. E’ possibile anche utilizzare enti di patronato e intermediari dell’INPS.
Da quando decorre la pensione
La pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese posteriore a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato. Se l’avente diritto dovesse presentare domanda mesi dopo, avrà poi diritto al rimborso degli arretrati.
Quanto spetta
Le percentuali sono differenti in base alla composizione della famiglia e alla presenza di figli.
Le percentuali di divisione della reversibilità in caso di figli
- 80% al coniuge con un figlio (60% al coniuge solo o con figli non più a carico);
- 100% al coniuge con due o più figli;
- 70% un figlio (in assenza del coniuge);
- 80% due figli (in assenza del coniuge);
- 100% tre o più figli (in assenza del coniuge)
Nel caso della contitolarità, ovvero quando ci sono più figli e dunque la pensione spetta all’insieme di persone, alla data nella quale un figlio diviene maggiorenne o trova un lavoro, o finisce gli studi, perde il diritto alla reversibilità. Pertanto la pensione va ricalcolata per i rimanenti beneficiari.
Il superstite ha diritto altresì alle mensilità aggiuntive, ovvero tredicesima e quattordicesima, se il defunto le percepiva.