Estesi i permessi 104 anche ai parenti uniti civilmente | Ecco la procedura
Estesi i permessi 104. Possono usufruirne anche i parenti degli uniti civilmente. Lo chiarisce l’Inps con la recente circolare numero 36 del 7 marzo 2022 circolare. in cui fornisce nuove istruzioni operative sulla Legge 104 e sul congedo straordinario, estendendo i benefici in favore dei lavoratori del settore privato. A spiegarlo è il prof. Nazaro Pagano, nella nuova puntata di ANMIC Informa, in onda su Radio ANMIC 24
Permessi 104 e unioni civili
La legge n. 76 del 20 maggio 2016, istituisce, regolandole, le unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina le convivenze di fatto tra etero e omosessuali. Con la celebrazione dell’unione le parti acquistano lo status familiare di unito civilmente. In questo modo, la legge ha esteso i diritti civili del matrimonio anche alle unioni civili, ma lasciando alcune lacune normative. Per esempio, la legge non fa espresso riferimento all’articolo 78 del codice civile, che individua il rapporto di affinità tra il coniuge e i parenti dell’altro. Per questo l’orientamento condiviso era quello che escludeva il rapporto di affinità tra una parte dell’unione civile e i parenti dell’altra. Dunque non era neanche previsto che la parte di un’unione civile potesse usufruire dei permessi della legge n. 104 per accudire i parenti dell’altra parte. Ma poteva beneficiarne solo per prestare assistenza al partner.
Estesi i permessi 104: la circolare dell’INPS
Una posizione che poteva configurarsi come una discriminazione per orientamento sessuale, in contrasto con il consolidato orientamento giurisprudenziale dell’Unione europea. Di qui la necessità di modificarla, su espresso parere del Ministero del Lavoro.Quindi, per evitare comportamenti discriminatori nei riguardi di due situazioni giuridiche comunque comparabili (uniti civilmente e coniugi), “seppure l’articolo 78 del codice civile non venga espressamente richiamato dalla legge n. 76/2016, – si legge nella circolare dell’INSP – ai fini del riconoscimento dei benefici in parola, va riconosciuto sussistente il rapporto di affinità anche tra l’unito civilmente e i parenti dell’altra parte dell’unione”.
Estesi i permessi 104, cosa cambia
Ne deriva che, per i lavoratori del settore privato, il diritto ai permessi di cui all’articolo 33, comma 3, della legge n. 104/1992 va riconosciuto all’unito civilmente. Nello stesso modo viene riconosciuto il diritto al congedo straordinario. Sia nel caso in cui in cui l’unito civilmente presti assistenza all’altra parte dell’unione, che nel caso in cui assista un parente dell’unito. Allo stesso modo i parenti dell’unito civilmente avranno diritto ad assistere l’altra parte dell’unione. Resta fermo il rispetto del grado di affinità normativamente previsto.
Estensione non riguarda le coppie di fatto
L’estensione, però, non riguarda i conviventi o le cosiddette “coppie di fatto“. In questo caso, ha chiarito l’Istituto “Il rapporto di affinità non è riconoscibile […] non essendo la ‘convivenza di fatto’ un istituto giuridico, ma una situazione di fatto tra due persone che decidono di formalizzare il loro legame affettivo stabile di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale”. Pertanto, a differenza di quanto avviene per i coniugi e gli uniti civilmente, il “convivente di fatto” può usufruire dei permessi della 104 solo se presta assistenza al convivente. E non nel caso in cui intenda rivolgere l’assistenza a un parente del convivente.