Dopo di Noi: una legge che nasconde alcune riflessioni da non sottovalutare
Dopo di Noi è una legge del 2016 che nasconde alcune perplessità. Ad aprire la strada ad una serie di riflessioni è il prof. Nazaro Pagano, presidente nazionale di ANMIC e FAND nella puntata di ANMIC Informa, in onda su Radio ANMIC 24.
La legge n. 112/2016, è entrata in vigore il 25 giugno 2016. Il testo propone un piano volto a garantire il benessere, l’inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità gravi prive del sostegno familiare.
Principale obiettivo è quindi favorire l’autonomia e l’indipendenza delle persone affette da grave disabilità dopo la perdita del sostegno dei genitori.
“Una legge controversa, c’è ancora oggi chi la esalta e chi la critica”, ricorda il prof. Pagano. “Fin dall’inizio abbiamo avanzato delle perplessità sulla legge. L’abbiamo trovata troppo orientata al dopo di noi e poco al durante noi. Inoltre era troppo diretta verso la domiciliarità delle persone con disabilità”. Un tema, questo, centrale per le famiglie
Dopo di Noi, una legge necessaria?
Le legge Dopo di Noi si inserisce nel contesto giuridico avviato nel 1992 con la legge 104 che, per la prima volta, ha introdotto il concetto di disabile grave. Successivamente, con la legge 162/1998 presso Comuni, Regioni ed Enti Locali sono stati organizzati programmi di aiuto alle persone disabili. E’ poi arrivata la Legge 328/2000, finalizzata a promuovere interventi sociali, assistenziali e sociosanitari alle persone fragili, con disabilità e non autosufficienti, prevedendo anche il sostegno della persona all’interno del proprio nucleo familiare. Infine la legge 112/2016, che ha previsto un piano di aiuto per le persone disabili private del sostegno familiare.
Ed ecco il prima riflessione. “Era davvero necessaria un’altra legge?” – si chiede il prof. Pagano. O, forse, bastava controllare il rispetto delle legge già esistenti? Alcune davvero poco applicate o applicate solo parzialmente. E solo in alcuni ambiti territoriali. Il raccordo della 104 con la 328 del 2000, tenendo conto della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, poteva bastare a realizzare le medesime condizioni della legge 112?
Dopo di Noi: la costruzione del percorso di vita
Seconda riflessione: il tema del durante noi.
“Il presente delle persone disabili non è preso in considerazione esplicitamente”, aggiunge il presidente dall’ANMIC. Così come ancora ignorata è la costruzione del percorso personale alla vita adulta.
Oggi la legge delega va in quella direzione. Il problema, ragiona il prof. Pagano, è che si continua a lavorare su tavoli diversi. Ogni ministero, Lavoro e politiche sociali, Disabilità, Infrastrutture, Salute, lavora per proprio conto. “In questo modo il percorso personale si realizzerà ma sarà frammentato e spacchettato tra i vari interventi. E, soprattutto, non coinciderà con le esperienze di vita indipendente fisica e psicologica. E con la realizzazione di una vera e necessaria emancipazione dalla e della famiglia.”
“L’auspicio – continua il prof. Pagano – è che si possa lavorare in un unico tavolo istituzionale. Perché la Legge delega possa diventare una legge di raccordo tra tutte le norme. E che vada sfrondare disposizioni obsolete e che si sovrappongono”.
L’impegno di ANMIC
“E anche in questo caso daremo il nostro contributo, perché si intervenga sulle normative sul nascere e non dopo – conclude il presidente dell’ANMIC. Con il rischio di depauperare la legge stessa e cannibalizzare i veri obiettivi della legge”