Decreto Semplificazioni: ecco le modifiche chieste dall’ANMIC
Il presidente nazionale Nazaro Pagano ha evidenziato (durante la puntata di ANMIC INFORMA del 30.07.2020) alcuni aspetti specifici riguardo al Decreto Semplificazioni. In particolare, il primo è quello relativo alla modifica dell’articolo 10. Ecco nel dettaglio la situazione.
Modifiche al Decreto Semplificazioni
L’ANMIC sta dialogando con le istituzioni per indurre a modificare alcuni passaggi del Decreto Semplificazioni, in vista della conversione. L’associazione ha espresso le proprie richieste alle commissioni Affari costituzionali e Lavori Pubblici. Riguardo al decreto del 16 luglio numero 77, l’ANMIC ha evidenziato alcuni aspetti. Tra le richieste più importanti c’è quella finalizzata alla modifica dell’articolo 10 in modo da favorire la tutela e l’inclusività dei soggetti più deboli.
La richiesta dell’ANMIC è quella di tener conto della legittimità costituzionale di un intervento di tutela nella sfera della proprietà privata secondo una interpretazione evolutiva e costituzionalmente orientata. Innanzitutto si è caldeggiata la revisione delle maggioranze condominiali col ripristino di quelle previste dalla legge 13/89 per l’approvazione delle delibere in materia di barriere architettoniche. La modifica prevede che, ai fini dell’approvazione di eventuali lavori di manutenzione, l’assemblea approvi con un terzo dei partecipanti e un terzo dei millesimi. Precedentemente, bastavano la maggioranza dei partecipanti e maggioranza dei millesimi.
Il presidente nazionale ANMIC Nazaro Pagano (durante la puntata di ANMIC INFORMA del 30.07.2020) ha poi dichiarato:
Un altro punto importante riguarda la prevalenza dell’interesse del disabile rispetto all’interesse storico artistico degli edifici. I continui conflitti e i ricorsi giudiziari richiederebbero l’introduzione normativa di un principio assunto dalla giurisprudenza secondo. Questo dovrebbe specificare che l’abbattimento delle barriere architettoniche è sempre possibile con la limitazione del pregiudizio del bene storico.
Alla Soprintendenza deve essere riservata non la verifica della tutela del diritto del disabile, sempre prevalente ma solo modalità di esecuzione delle opere che rendono il più possibilmente compatibili i due interessi.
Questione parcheggi privati ed aree riservate
Sempre per quanto concerne l’articolo 10, l’ANMIC ha segnalato il diritto d’uso e di riserva dei posti per disabili nei parcheggi e nelle aree comuni private. Si tratta di di superare dal punto di vista normativo la previsione di spazi di sosta per disabili nei soli spazi pubblici individuandone anche una percentuale negli spazi comuni privati. È necessario, ai fini di una maggiore tutela, anche estendere in tale ambito i poteri di vigilanza ed esecutori della Polizia Municipale. Inoltre, vanno sottolineati la tolleranza costruttiva del 5% per progetti di adeguamento degli immobili dei disabili. Non solo: i permessi in deroga per le strutture destinate al dopo di noi e la deroga dagli accertamenti di conformità di cui all’articolo 36 del DPR 380/2001 per le sole abitazioni principali dei soggetti con handicap grave.
Articolo 12 del Decreto Semplificazioni
L’articolo 12 del Decreto Semplificazioni introduce poi altri elementi di novità rispetto alla legge 241/90 sui procedimenti amministrativi. L’ANMIC chiede da anni al legislatore che intervenga per modificare la procedura di accertamento dell’invalidità civile, cecità e sordità. Certamente il decreto non è il provvedimento ideale per mettere a posto la normativa di riferimento, ma può essere un modo per incentivare il Governo a introdurre una riforma. Questa dovrebbe determinare uno snellimento dei lavori delle commissioni di accertamento e la collegialità dell’istruttoria delle valutazioni. Sarebbe inoltre da valutare la presenza dei medici categoria per una maggiore tutela del cittadino”.
L’ANMIC chiede inoltre maggiore attenzione agli appalti di lavori, servizi e arredi e agli affidamenti attraverso la procedura di negoziazione. Serve l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo del 5% per quelle aziende che assumono persone disabili oltre la quota d’obbligo prevista dalla legge 68/99.
Nello stesso tempo, si deve prevedere la presenza di un rappresentante delle persone disabili con competenze tecniche nei collegi consultivi, di cui all’articolo 6. Soprattutto in quegli appalti pubblici caratterizzati da una forte incidenza di barriere architettoniche. Un passo avanti sarebbe inoltre la possibilità di transitare in auto nelle ZTL di tutta Italia senza doverlo comunicare ai comuni. Come? Istituendo una banca dati Nazionale. Così come ci sarà la possibilità di identificare, attraverso le telecamere, i contrassegni dei disabili esposti, verificandone l’autenticità. Infine, l’emergenza ha dimostrato quanto sia preponderante prevedere un potenziamento del sistema informatico a vantaggio dei disabili.
Tecnologie al servizio delle persone con disabilità
Si lavora a distanza, si studia in modalità telematica, c’è sempre di più l’esigenza di acquisire dati della Pubblica Amministrazione. L’uso delle nuove tecnologie è diventato sempre più essenziale e lo Stato deve farsi carico di garantire a tutti gli strumenti necessari. In tal senso, abbiamo richiesto agevolazioni fiscali per l’acquisto dei dispositivi, la fornitura gratuita per gli alunni disabili, come espressamente previsto dal Pei, e un fondo per le aziende per comprare apparecchi che possano poi essere ceduti ai dipendenti disabili totali o in situazione di handicap grave.