Contro il caro gas, i sindaci chiedono di abbassare la temperatura dei termosifoni
“Abbassare di un grado la temperatura del riscaldamento domestico e tassare i profitti extra di cui stanno beneficiando gli operatori del mercato dell’energia”. Lo ha detto Fatih Birol dell’Agenzia internazionale dell’energia che ha presentato in questi giorni un decalogo per permettere all’Unione Europea di tagliare le importazioni di gas russo entro un anno. Due le azioni più semplici ma anche le più immediate da adottare: abbassare di un grado la temperatura e tassare i profitti extra degli operatori del mercato dell’energia.
Le altre azioni riguardano lo stop a nuovi contratti di fornitura di gas con la Russia, l’introduzione di obblighi minimi di stoccaggio nazionale. Ma anche l’accelerazione sulle energie alternative, la sostituzione di caldaie a gas con pompe di calore.
ANCI studia come abbassare di un grado la temperatura del riscaldamento domestico nelle città
Sull’opportunità di abbassare di un grado la temperatura del riscaldamento domestico si era espressa l’ANCI tramite il presidente Antonio Decaro (sindaco di Bari) che aveva annunciato che anche gli altri primi cittadini stavano discutendo circa l’opportunità di ridurre l’orario di accensione dei termosifoni o la temperatura massima dei riscaldamenti centralizzati nei propri territori di riferimento. All’appello del sindaco di Bari e presidente ANCI ha risposto subito il primo cittadino di Roma.
Roma intende abbassare di un grado le temperature dei termosifoni
La prossima settimana è attesa una ordinanza del sindaco Roberto Gualtieri che disporrà di abbassare di un grado gli impianti di riscaldamento di edifici pubblici ed abitazioni private.
Si starebbe studiando inoltre l’ipotesi di spegnere i termosifoni con una o due settimane di anticipo, se l’arrivo delle temperature più miti della primavera lo consentirà.
E’ possibile farlo a livello normativo?
Secondo il Decreto del Presidente della Repubblica numero 74 del 16 aprile 2013 per le abitazioni private è indicata una temperatura massima di 20 gradi mentre per le attività imprenditoriali di 18 gradi. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 26 agosto 1993 divide l’Italia in sei “zone climatiche” dalle più calde (zona A) alle più fredde (zona F). Nelle prime gli impianti centralizzati si accendono il primo dicembre e si spengono il 15 marzo (salvo periodi anomali di freddo in cui un’amministrazione comunale può prorogare con ordinanza il periodo di accensione), per un massimo di 6 ore al giorno. Nell’ultima, quella alpina, non ci sono né periodi di accensione né limiti di ore.
Cosa prevede la legge per le abitazioni private
Per le case private la legge prevede una temperatura massima dei termosifoni di 20 gradi, con una tolleranza di due gradi legata ad eventuali imprecisioni dei termostati e differenze geografiche a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddiviso il Paese secondo il Decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 26 agosto 1993.
Cosa possono fare i comuni per risparmiare a livello energetico?
Ai Comuni spetta la decisione sull’orario preciso di accensione dei riscaldamenti condominiali fatto salvo però quanto previsto dal regolamento nazionale delle aree climatiche. inoltre il Decreto del Presidente della Repubblica n.74 prevede anche che i sindaci, con propria ordinanza, possano ampliare o ridurre per comprovate esigenze i periodi di esercizio e la durata giornaliera di attivazione degli impianti centralizzati nonché stabilire riduzioni di temperatura all’interno degli immobili.
Il risparmio sulle bollette abbassando di un grado la temperatura del riscaldamento domestico
In Italia su un totale di 25,5 milioni di abitazioni, 17,5 utilizzano infatti caldaie alimentate a metano. La riduzione di un solo grado della temperatura interna comporterebbe secondo l’Enea un risparmio dal 5 al 10% dei consumi.
Chi controlla la temperatura nelle abitazioni domestiche?
Controllare la temperatura dei caloriferi negli edifici pubblici e nelle scuole è semplice ma nelle abitazioni private no. Le ordinanze sindacali che prevederebbero la riduzione di uno o due gradi in casa necessiterebbero di controlli. Ma chi potrebbe effettuarli? La Polizia locale e i tecnici abilitati potrebbero controllare l’osservanza delle prescrizioni, ma solo a campione considerato il numero considerevole.
Qualche consiglio su come risparmiare sui consumi di gas per il riscaldamento
In questi tempi di “austerity” a causa del taglio del gas proveniente dalla Russia una prima semplice regola per risparmiare sulle bollette per il riscaldamento domestico è mantenere la temperatura del riscaldamento a 20 gradi senza superare questa soglia. Mantenere questa temperatura permette di non far subire sbalzi termici eccessivi durante l’inverno esponendo il corpo a colpi di freddo e malesseri di stagione. Se invece si dovesse superare tale soglia per ogni grado in più il consumo di gas aumenta del 5-6%.
Agire quindi sul termostato lasciando una temeperatura media permette di ridurre i consumi di gas, risparmiando sulla bolletta e migliorando l’impatto sull’ambiente.
Oltre alla temperatura media serve un buon impianto e una caldaia a risparmio energetico
Per risparmiare gas restando al caldo, oltre alla regolazione della temperatura, è importante anche valutare la qualità dell’impianto. Deve essere quindi efficiente, con una caldaia nuova e a risparmio energetico. Ultimo consiglio non meno importante è quello dell’isolamento dell’immobile. Più calore in casa quindi con isolamento termico delle pareti e finestre di qualità.