Caregiver: quale futuro? E le prospettive previdenziali?
Caregiver: quale futuro? In attesa del riconoscimento dei diritti soggettivi ecco alcune riflessioni da non sottovalutare
Numerosi i quesiti sollevati sul futuro previdenziale ed economico.
Ad oggi, i venti milioni all’anno fissati dalla legge di bilancio del 2018 e innalzati di altri cinque milioni dalla legge di bilancio successiva, giacciono insieme al disegno di legge fermo al Senato e presentato a cavallo di due legislature.
Come riferito dal nostro presidente, prof Nazaro Pagano, la Conferenza unificata tra Stato, Regioni e autonomie locali ha espresso parere favorevole ad uno schema di riparto del fondo caregiver. Ora si attende la firma dei ministri alle Politiche sociali e alle Pari opportunità.
Che fine ha fatto il Decreto? Quali sono i tempi?
Tale decreto di riparto sdoganerà i fondi stanziati dalle leggi di bilancio dinanzi citate e per aggirare il vincolo restrittivo della norma originaria è intervenuto il Decreto Legge 86/2018 convertito in Legge il 09/08/2018.
Caregiver quale futuro? La situazione dovrebbe sbloccarsi grazie alla Conferenza unificata che ha siglato uno schema di riparto, anche se non esiste una versione ufficiale.
Dunque, quando e come arriveranno queste risorse economiche? Il fondo verrà attribuito alle Regioni che lo attribuiscono ai loro capitoli di spesa e decidono le modalità di attribuzione all’interno del perimetro di obiettivi fissati dallo stesso decreto.
Nel fissare le regole di accesso a nuove prestazioni e cioè interventi di assistenza diretta, indiretta o mista.
Le Regioni ne daranno notizia attraverso i servizi territoriali che raccoglieranno le domande e faranno i controlli amministrativi di rito.
Considerando i tempi, tale sostegno economico sarà (forse) erogato nel corso del prossimo anno.
Caregiver quale futuro? Le perplessità da non sottovalutare
La perplessità è quella che il fondo, pur assommando tre annualità, risulta essere limitato rispetto ai bisogni e alle istanze dei potenziali destinatari. Questa limitazione innesca inevitabili e conflittuali criteri selettivi che comprometteranno la reale fruizione alle famiglie e ai portatori di disabilità. Sarà quindi necessario implementare i criteri iniziali che riguardano il grado di disabilità, con il criterio reddituale calcolato con l’ISEE.
Inoltre verranno considerate alcune priorità tra cui sostegno agli aventi diritto che a causa del Covid-19 non hanno avuto
- accesso alle strutture residenziali
- sostegno ai programmi di accompagnamento rivolti alla deistituzionalizzazione.
Per concludere, sarebbe necessaria una norma–quadro che fissi, oltre ai livelli essenziali di assistenza con relative risorse, anche i diritti lavorativi, previdenziali, assicurativi congrui ed equi.