Budget per realizzare progetti terapeutici riabilitativi individualizzati, proposta di legge in Commissione

La Proposta di legge n.1752 è in discussione in questi giorni presso la 12esima commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. Si tratta dell’ introduzione sperimentale del metodo di budget di salute per la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi e individualizzati. 

“Potrebbe diventare un valido strumento operativo”

“Una metodologia – spiega il prof. Nazaro Pagano presidente nazionale ANMIC durante la trasmissione ANMIC Informa – che potrebbe rappresentare, se uniformemente adottata dal territorio nazionale e opportunamente regolata, un valido strumento operativo per la realizzazione delle necessarie politiche generali di garanzia sociale in favore delle persone con disabilità. Siamo consapevoli come ANMIC del difficile compito che attende il parlamento e il governo in un quadro economico e sociale fortemente compromesso dalla crisi pandemica. Questi interventi andranno inseriti nel PNRR che a breve, dopo il suo iter parlamentare, verrà sottoposto al vaglio della Commissione Europea. ANMIC auspica che siano inoltre adottate serie politiche di coordinamento della disabilità nazionale in stretta sinergia con l’Unione europea. Solo così si possono raggiungere gli obiettivi della convezione Onu sui diritti delle persone con disabilità”. 

La proposta di legge n.1752

Ha le seguenti finalità:

  • Contrastare la disuguaglianza nell’accesso ai livelli essenziali di assistenza socio-sanitari. Valorizzare le persone con gravi malattie e vulnerabilità croniche riducendone le conseguenti o concomitanti disabilità sociali, spesso caratterizzate dall’assenza di protezione sociale. 
  • Valorizzare le persone fragili e vulnerabili, affette da patologie croniche e invalidanti e da una limitazione della capacità di agire e di interagire a livello sociale, favorendo le potenzialità delle medesime, delle loro famiglie e della comunità in cui vivono. 
  • Incidere sulla prognosi delle persone affette da esiti invalidanti di malattie croniche e cronico-degenerative, riducendone l’istituzionalizzazione e migliorandone l’aspettativa e la qualità della salute 
  • Razionalizzare, riconvertire e rendere sostenibili gli oneri delle prestazioni socio-sanitarie inserite nei LEA. Riducendo i costi connessi alla disparità nell’accesso alle prestazioni socio-sanitarie, all’eccessiva istituzionalizzazione dei bisogni socio-sanitari delle persone fragili e vulnerabili, all’inappropriata gestione sanitaria dei bisogni medesimi. 
  • Promuovere la partecipazione attiva e diretta dell’utente nella definizione delle risposte necessarie a soddisfare i propri bisogni prioritari.Per assicurare interventi modulati, pertinenti e personalizzati. In base alle risorse esistenti e in coerenza con l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) dell’Organizzazione mondiale della sanità. 
  • Introdurre strumenti di coprogrammazione, cogestione e coproduzione personalizzata dei bisogni delle persone fragili e vulnerabili. Strumenti che garantiscono la gestione congiunta delle prestazioni sociali con le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie inserite nei LEA da parte dei servizi sanitari delle ASL, dei servizi sociali degli enti locali, degli enti del Terzo settore (ETS) individuati dal codice di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, delle persone destinatarie di tali prestazioni, delle rispettive famiglie e dei civilmente obbligati.
  • Promuovere la centralità e la partecipazione degli utenti e delle loro famiglie attraverso percorsi terapeutici riabilitativi individuali. Con forme di cogestione dei percorsi di cura e riabilitazione, caratterizzati dalla necessità di interventi sanitari e sociali tra loro integrati. 

Le considerazioni dell’ANMIC sulla proposta di legge

“Molto spesso  – spiega spiega il prof.Nazaro Pagano presidente nazionale ANMIC durante la trasmissione ANMIC Informa – vengono utilizzati termini poco chiari e precisi. Ad esempio invece di budget avrei preferito quello di “bilancio preventivo”. Bisogna capire che la Asl locale deve riconvertire almeno il 10% delle risorse dei LEA in favore dei budget. In relazione alla componente degli enti del terzo settore che diviene parte del presidio territoriale fondamentale nelle co-gestione e realizzazione dei piani terapeutici, occorre che siano meglio chiariti alcuni articoli. Mi riferisco all’art.3 comma 5 della proposta di legge per l’affidamento da parte dell’amministrazione ad un ruolo di cogestione. Serve un rapporto stretto tra amministrazione pubblica e enti del terzo settore”. 

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