ASSESSORE FORONI REGIONE LOMBARDIA: “RSA? CHI HA SBAGLIATO PAGHERÀ”
L’ASSESSORE ALLA PROTEZIONE CIVILE AL GR ANMIC 24: “L’ESPERIENZA CI SARÀ UTILE IN CASO DI NUOVA ONDATA. SEMPRE IN PRIMA LINEA PER L’ASSISTENZA AI DISABILI”
Il ruolo della Protezione civile e il caso Rsa nel periodo dell’emergenza sanitaria da Covid-19 sono stati al centro dell’intervista realizzata a Pietro Foroni, assessore al territorio e alla Protezione civile della Regione Lombardia, dal Gr ANMIC 24. Nelle settimane più nere della pandemia il lavoro svolto dai volontari ha permesso di attutire un bilancio comunque drammatico. “Chi ha gestito in prima persona l’emergenza – comincia Foroni – è stato l’assessorato alla sanità, non essendo l’emergenza sanitaria una specifica competenza della Protezione civile che interviene in caso di calamità come terremoti o alluvioni. Ciò nonostante ci siamo messi al servizio per tutte quelle situazioni che potevano essere utili.
Abbiamo, ad esempio, montato 22 tende per il pre triage fuori da altrettanti ospedali. Altre 19 le abbiamo realizzate negli istituti penitenziari. Si è fatto un grandissimo lavoro sul territorio anche a livello di logistica, sia per lo spostamento dei medici sia per la distribuzione delle mascherine ad uso civile per quelle persone che erano in difficoltà. Dal 22 febbraio ad oggi contiamo circa 95.000 giornate lavorative. È stato un bellissimo esempio a livello regionale per fronteggiare una fase iniziale davvero drammatica. Diciamo che la rete tra gli enti e le associazioni del terzo settore ha funzionato. In generale, è stata una continua rincorsa per moltiplicare i posti in terapia intensiva, passati da 750 a oltre 1700, dotazione che ci permetterà di avere a disposizione organizzazione e conoscenze che saranno determinanti per una eventuale nuova ondata”.
RSA UN NUMERO IMPRESSIONANTE DEI DECESSI NELLE RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI
“Mi spiace dirlo – spiega Foroni – ma è mancato innanzitutto un preciso indirizzo governativo. Non dimentichiamo che tutto è iniziato quando un’anestesista del Pronto Soccorso dell’ospedale di Codogno, in provincia di Lodi, ha effettuato un tampone infrangendo una disposizione del Ministero della Salute che lo prevedeva solo in caso di contatti con persone provenienti dalla Cina. Questo per dire che, di fronte a un virus nuovo, tutti hanno fatto degli errori. Forse già da metà gennaio si sarebbe dovuto prendere delle decisioni, cioè da quando si è scoperto lo strano fenomeno delle polmoniti che colpivano i cittadini. Nelle Rsa il Sars-CoV-2 è arrivato, quando il virus era già molto diffuso, con le visite ai parenti, con i malati provenienti dagli ospedali, cause che hanno determinato i focolai. Molti hanno attribuito responsabilità alla decisione di consentire il ricovero nelle Rsa di pazienti affetti da Covid-19 che non necessitavano più di ricovero ospedaliero e che non potevano fare l’isolamento domiciliare. Ma le disposizioni prevedevano strutture che avrebbero dovuto garantire reparti separati e personale dedicato. Fa bene la magistratura a indagare per accertare se ciò non è avvenuto. Tra l’altro solo 15 residenze su 200 in Lombardia hanno aderito, ma non è che nelle altre non si siano verificati casi…”.
IL SERVIZIO ALLE PERSONE CON DISABILITÀ È AVVENUTO IN MODO COSTANTE
“Devo dire – afferma Foroni – che il sistema, soprattutto all’interno dei centri operativi comunali, ha funzionato soprattutto per le situazioni in ambito domiciliare, ma anche all’interno delle strutture dove c’erano delle necessità, anche di tamponatura e tracciamento. In generale, ci si è attivati anche per la semplice, ma importante, esigenza di acquisto di medicinali o di fornitura di pasti a domicilio. Ho visto una grande passione e una grande dedizione. Merito a queste persone che si sono adoperate fortemente. La Protezione civile, dietro la richiesta di alcune associazioni provinciali, si è attivata con grande slancio. Ne sono dimostrazione le bellissime lettere di ringraziamento ricevute”.