venerdì, Settembre 22, 2023
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All’Università di Pisa il Master “Valorizzazione delle Diverse Abilità” in collaborazione con l’Ufficio Antidiscriminazione ANMIC

L’Università di Pisa ha inaugurato nei giorni scorsi, il Master “Valorizzazione delle Diverse Abilità” al quale ha collaborato l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione ANMIC. Durante la presentazione che si è svolta online, Alessandro Lelli referente ANMIC Pisa ha introdotto i vari argomenti inseriti nel percorso di studi universitari.

Nella sezione ”Discriminazione e tutela dei diritti” Lelli messo in luce il lavoro effettuato, a livello nazionale  dall’Ufficio Antidiscriminazione, ha inoltre fatto un rapido excursus sulla normativa vigente in materia di antidiscriminazione ribadendo l’importanza che le pari opportunità e l’eliminazione di barriere devono avere sia a livello legislativo sia nella vita quotidiana. L’Ufficio Antidiscriminazione è attivo da 5 anni e la referente è Annalisa Cecchetti.

Gli argomenti del Master “Valorizzazione delle Diverse Abilità”

Nel Master dell’Ufficio Antidiscriminazione ANMIC dell’Università di Pisa diversi argomenti vengono trattati da un punto di vista sociologico e giuridico.
La discriminazione e la tutela dei diritti, la condizione giuridica delle persone con disabilità nel quadro giuridico internazionale, nell’Unione Europea e nel Consiglio d’Europa.

Il cosiddetto “accomodamento ragionevole” nel master Ufficio Antidiscriminazione ANMIC


Nel testo della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità, l’espressione “accomodamento ragionevole” ricorre in più punti e con un ruolo fondamentale. Lo scopo della Convenzione è quello di promuovere il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità. L’accomodamento ragionevole è quindi il mezzo idoneo al raggiungimento di tale finalità. Sempre la Convenzione recita inoltre: minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali non possono e non devono essere pensate come un’obiezione rispetto a una piena ed effettiva partecipazione [delle persone con disabilità] alla società su una base di eguaglianza con gli altri. E’ necessario quindi apportare modifiche ed adattamenti che risultino necessari per migliorare la vita delle persone con disabilità e le loro libertà individuali.

La Convenzione Onu e l’articolo 5: eguaglianza e non discriminazione

La convezione Onu dei diritti delle persone con disabilità all’articolo 5 recita: “Gli Stati Parti riconoscono che tutte le persone sono uguali dinanzi alla legge. Essi hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a uguale protezione e uguale beneficio dalla legge.
Gli Stati Parti devono vietare ogni forma di discriminazione. Sia essa fondata sulla disabilità e garantire alle persone con disabilità uguale ed effettiva protezione giuridica contro ogni discriminazione qualunque ne sia il fondamento.”

L’ordinamento italiano e la nostra costituzione con gli articoli 2 e 3 nel Master Ufficio Antidiscriminazione ANMIC

La nostra costituzione agli articoli 2 e 3 recita: “La Repubblica italiana riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo  sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”.


La legge n.67 del 2006 e la nozione di discriminazione

La legge n.67 del 2006 contiene in sè diversi principi:

  • Il principio di parità di trattamento comporta che non può essere praticata alcuna discriminazione in pregiudizio delle persone con disabilità.
  • Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga.
  • Si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone.
  • Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

La tutela giurisdizionale

In caso di discriminazione il giudice può provvedere, se richiesto, al risarcimento del danno, anche non patrimoniale. Ordina la cessazione del comportamento, della condotta o dell’atto discriminatorio, ove ancora sussistente, e adotta ogni altro provvedimento idoneo a rimuovere gli effetti della discriminazione.

Il numero verde dell’Ufficio Antidiscriminazione ANMIC

L’Ufficio Antidiscriminazione ANMIC raccoglie le segnalazioni con il numero verde 800572775 e con la mail:  antidiscriminazione@anmic.it.